SEO: la battaglia per la verità tra fama, clickbait e fake news

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Nell’era digitale attuale, il modo in cui accediamo alle notizie è stato trasformato dal potere della SEO,ovvero l’arte di posizionarsi nei primi risultati dei motori di ricerca come Google. Ciò ha inaugurato una nuova Era dell’Informazione, con l’utilizzo di tecniche di marketing digitale sempre più raffinate per catturare l’attenzione del pubblico.

L’uso di tecniche SEO è quindi fondamentale per migliorare la visibilità di una piattaforma o di un articolo sul web. Tuttavia, alcuni miei studi come quello sul primo YouTuber italiano hanno sollevato interrogativi sul suo utilizzo e sulla narrativa digitale del nostro paese.

Spesso, chi crea contenuti online sembra puntare ai click che alla veridicità. Un approccio che rischia di consacrare la falsità come norma, distorcendo in tal modo la percezione della realtà.

SEO e la Credibilità dell’Informazione: Un Paradosso Digitale

L’incremento dell’uso delle tecniche SEO per ottenere una posizione di rilievo nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (dette SERP) rischia di minare la veridicità e la meritocrazia dell’informazione. Questo accade quando viene data più importanza alle ottimizzazioni che al contenuto stesso, ovvero alla veridicità e utilità.

SEO, Facchinetti, Favij e Youtube

Ottimizzazione SEO per dare prestigio a Francesco Facchinetti, che viene associato a uno Youtuber famoso come Favij, nonostante nessuno dei due sia stato tra i primi italiani nella piattaforma, né i primi a raggiungere la fama nazionale

Ciò sta portando a una progressiva erosione della qualità dei contenuti, paventando lo spettro di un ecosistema informativo in cui le narrazioni false saranno percepite come l’unica “verità” accessibile.

Informazione digitale e parallelismo storico

L’attuale fenomeno di perdita delle fonti del primo web risuona con episodi storici di perdita dei testi sumeri o biblici, che attraverso i secoli hanno visto molte delle loro narrazioni originali scomparire o surclassate da interpretazioni successive che hanno riscritto la storia.

Il parallelo tra questi documenti storici e la nostra era si ritrova nella transitorietà dei supporti digitali: dai floppy disk ai CD-ROM, un tempo custodi di ricordi e dati personali, oggi relegati nell’oblio dalla rapida obsolescenza tecnologica. Senza un’adeguata conservazione, anche i contenuti digitali e le pagine web correnti potrebbero subire la stessa sorte, con la sopravvivenza garantita solo a ciò che si adegua alle esigenze dell’ecosistema SEO e sostenuti da pochi colossi dell’informazioni.

I contenuti attuali, modellati per assecondare gli algoritmi SEO, rischiano infatti di diventare le uniche testimonianze capaci di sopravvivere alla nostra epoca, sovrastando quelle che non possono sostenere il ritmo della visibilità digitale e i suoi oneri finanziari. Tale tendenza minaccia di instaurare una monocultura informativa, in cui la ricchezza generata dalle diverse fonti si disperde, come già accaduto in passato con la distruzione o l’oblio di documenti storici.

A sostegno della mia preoccupazione verso il fenomeno crescente del marketing non etico, ricerche come “Search Engine Optimization Challenges and Solutions e “La qualità dei dati” del “Search Engine Journal” evidenziano che articoli pensati per essere letti dai motori di ricerca e algoritmi, anziché per i lettori umani, ha portato a un abbassamento della qualità informativa, dove il falso, nel tempo, rischia di diventare l’unica “verità”.

Alfabetizzazione Digitale e il Contesto Post-COVID

L’emergenza COVID-19 ha accelerato il processo di digitalizzazione, creando una nuova era di utenti, in grand parte over 50, con accesso costante e immediato alle informazioni online.

In questo periodo, abbiamo assistito a un rinnovato impiego di tecniche di falsa informazione, volte a guadagnare notorietà o affermare una leadership immeritata su determinati argomenti. Esempi eclatanti includono la diffusione di teorie del complotto riguardanti il virus e i vaccini, che hanno trovato terreno fertile sui social media e in alcuni casi sono stati amplificati da influencer e figure pubbliche alla ricerca di visibilità. Piattaforme come Twitter e Facebook hanno dovuto intensificare i loro sforzi per contrastare queste false narrazioni, spesso etichettando o rimuovendo informazioni fuorvianti relative al COVID-19.

Gli educatori e le istituzioni hanno ora il compito di fornire gli strumenti necessari per questa alfabetizzazione digitale, incoraggiando un approccio critico, essenziale per la salute dell’ecosistema informativo globale. Seguendo il modello già intrapreso in parte da alcuni social, dobbiamo impegnarci a rendere il web un ambiente affidabile e a valorizzare contenuti autentici e accurati, equiparabili a risorse consolidate come Wikipedia.

SEO, Clickbait e Manipolazione Digitale in Italia

SEO e clickbait sono due strategie di visibilità online con impatti e finalità differenti. Il SEO mira a migliorare il ranking di un sito nei risultati di ricerca attraverso contenuti ottimizzati, mentre il clickbait si concentra su titoli provocatori per attirare click, spesso a discapito della qualità dell’informazione, in quanto il contenuto non sostiene le premesse del titolo.

L’uso non etico di tecniche SEO, nonché del clickbait in Italia ha trovato terreno fertile in diversi ambiti. Dal 2010, giovani testate come Fanpage hanno fatto ampio uso dei titoli sensazionalisiti per catturare l’attenzione e posizioni sui motori di ricerca, dimostrando che, nonostante le implicazioni etiche, il loro uso può portare a un riconoscimento significativo nel breve termine. Questa tendenza ha portato altre testate già riconosciute, come “Il Giornale” o “Libero”, ad applicare tecniche di SEO a integrare il Click-bait nei propri articoli, come dimostrato dalle ricerche di “Inside Marketing”.

Esempio di clickbait da parte della testata IlFattoQuotidiano

Esempio di clickbait da parte della testata IlFattoQuotidiano (2019), sfruttando la notorietà di Jose Mourinho per generare click da un avvenimento che non avrebbe generato interesse

Parallelamente, anche figure politiche come Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle hanno utilizzato il clickbait per accrescere la loro visibilità. Sebbene questa strategia possa aver contribuito a una certa perdita di fiducia, non si può negare che il Movimento 5 Stelle sia riuscito a consolidare la sua presenza nel panorama politico nazionale, diventando un partito riconosciuto e stabile, segnando così il raggiungimento di un obiettivo a lungo termine.

L’impatto della manipolazione digitale sul lettore

Un’analisi pubblicata su ResearchGate, intitolata “Clickbait -Trust and Credibility of Digital News“, esplora l’impatto del clickbait sulla fiducia nelle notizie. Lo studio ha rilevato che i più giovani sono attratti da titoli sensazionalistici e che non hanno reale interesse a informarsi più a fondo sull’argomento.

Inoltre, lo studio ha comunque evidenziato i benefici tangibili, sia a breve che a lungo termine, nell’uso di queste tecniche non convenzionali da parte dei Media. Al di là della perdita di fiducia che il clickbait può generare, il successo misurabile in termini di traffico web e di engagement è notevole.

Se questa tendenza dovesse continuare, le conseguenze a lungo termine potrebbero includere non solo un ulteriore declino nella fiducia dei consumatori, ma anche la creazione di un pubblico sempre più polarizzato, con utenti che si dividono in base alla loro propensione a indagare la verità oltre il sensazionalismo.

ChatGPT, AI e il Futuro dell’Informazione

Le nuove tecnologie di Intelligenza Artificiale come ChatGPT segnano un’evoluzione significativa nel campo dell’accesso e della verifica delle informazioni. Tuttavia, esistono dubbi sulla loro affidabilità e utilità effettiva per il lettore umano, specialmente in contesti complessi come quello sanitario, come evidenziato da uno studio di PubMed​​.

Il modo in cui le AI, come ChatGPT, accedono e selezionano le informazioni può essere fortemente influenzato da pratiche SEO, portando potenzialmente a una visibilità preferenziale di fonti che si avvalgono di tali tecniche.

In alcune circostanze, ChatGPT 3.5 ha fornito informazioni che si sono rivelate più precise rispetto a quelle date da versioni successive, come ChatGPT 4. Questo perchè le versioni anteriori di questa AI facevano ferimento esclusivo a un database aggiornato fino al 2021, che, pur essendo meno recente, conteneva informazioni selezionate, senza l’influenza diretta delle attuali dinamiche SEO.

SEO: Falsa informazione, etica e futuro

SEO, clickbait e fake news hanno dimostrato di poter consolidare una posizione dominante sui motori di ricerca come Google o Bing. Anche se utilizzate temporaneamente, queste tecniche possono lasciare un’eredità di leadership nel lungo termine, come dimostrato dai casi delle sopracitate testate giornalistiche, suscitando domande sull’effettiva superiorità della condotta etica sul web.

Esempio di Clickbait da parte di Fanpage.it
Esempio di Clickbait da parte di Fanpage.it durante il periodo Covid-19

Il dibattito sull’efficacia delle attuali normative per la regolamentazione dell’informazione digitale è ancora aperto. Il Digital Services Act europeo (DSA) rappresenta solo uno dei tentativi di regolamentazione del web che mira a responsabilizzare le piattaforme online. Sebbene il DSA introduca un quadro per maggiore trasparenza e responsabilità, non affronta specificamente la manipolazione SEO e il suo impatto sull’accessibilità delle informazioni né la verifica dei fatti tramite AI come ChatGPT, che possono essere influenzati dalle pratiche SEO.

Integrazione di moduli di segnalazione per le pratiche informative non etiche, il lavoro di un garante e una maggiore considerazione delle fonti oltre alla densità delle parole chiave sono passi fondamentali per migliorare la qualità dell’informazione. In questo contesto, la tecnologia AI potrà svolgere un ruolo cruciale, permettendo e facilitando il controllo incrociato di fonti multiple.

In ogni caso, oltre alle politiche legislative, si dovrà poi stimolare la produzione di contenuti genuini e responsabili, nonché spingere i cittadini verso la corretta alfabetizzazione digitale, attraverso la promozione di piattaforme educative e corsi gratuiti.

La strada verso un futuro informativo più chiaro e affidabile è complessa, e l’adozione di alcune nuove misure potranno gettare le basi per un ambiente digitale più sano e trasparente, basato sulla veridicità dell’informazione e la consistenza del contenuto.

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